Equo Compenso per i Professionisti

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Equo compenso per i professionisti. E’ stato approvato l’emendamento al decreto fiscale che disciplina il diritto all’equo compenso per tutti i professionisti. Cosa è l’equo compenso? E come cambierà la vita dei professionisti?

Per equo compenso si intende la corresponsione di un compenso congruo alla quantità ed alla qualità del lavoro svolto. In pratica, l’equo compenso per i professionisti definisce legittima la parcella dei professionisti solo se proporzionale alla quantità e alla qualità del lavoro svolto.

Addio quindi a prestazioni professionali aggiuntive a titolo gratuito, a clausole vessatorie e a onorari non congrui (o peggio ancora mortificanti). In sintesi, non ci saranno più casi di professionisti che lavorano gratis.

In particolare, si considerano clausole vessatorie quelle clausole che consentono al cliente di modificare unilateralmente le condizioni del contratto o che gli attribuiscano la facoltà di pretendere prestazioni aggiuntive a titolo gratuito. Si considerano altresì vessatorie le clausole che attribuiscano al cliente la facoltà di rifiutare la stipulazione in forma scritta degli elementi essenziali del contratto, che comportino tempi di pagamento superiori a 60 giorni, che gli impongano di anticipare le spese e che comportino la rinuncia al rimborso delle spese vive.

La norma approvata, per definire le soglie di remunerazione al di sotto delle quali non è possibile scendere, prende come punto di riferimento i parametri giudiziari che vengono emessi dai ministeri che si occupano di vigilare sugli ordini professionali (per i professionisti regolamentati). Per le altre categorie di professionisti non regolamentati invece, occorrerà individuare le modalità di determinazione dei compensi (probabilmente attraverso l’emanazione di un apposito decreto).

Equo compenso: come viene stabilito?

Il compenso per i professionisti dovrà essere stabilito in base alla durata, alla quantità ed alla complessità del lavoro svolto dal professionista, avendo riguardo al contenuto della prestazione professionale, all’esperienza richiesta e ai costi necessari per svolgere l’incarico professionale.

Le prestazioni professionali alle quali la norma si rifà sono le prestazioni di opera intellettuale regolate dagli articoli 2222 e seguenti del codice civile erogate dai liberi professionisti e dai lavoratori autonomi, incluse le forniture continuative di servizi e la partecipazione a collegi di revisione e organi di controllo, anche previsti dalle leggi, salvo ove il compenso non sia già determinato con apposita legge dello Stato; sono altresì incluse le prestazioni di servizi professionali svolte nell’ambito di appalti di servizi di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016 n. 50.

Inizialmente, la disciplina dell’equo compenso era stata prevista soltanto per gli avvocati. Successivamente, la disciplina è stata estesa a tutte le altre professioni (anche non ordinistiche) in quanto compatibile con esse.

Anche se sarà necessaria qualche modifica e un po’ di attenzione nella fase di applicazione delle nuove regole, si tratta comunque di un bel passo avanti per tutti i liberi professionisti che da ora in poi avranno più tutele nell’espletare i loro incarichi.

 

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