La parcellazione in uno studio professionale

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Una professione intellettuale come quella di un commercialista, di un avvocato, di un ingegnere o architetto (giusto per citarne alcune), richiede una certa dose di capacità, di adeguatezza e di organizzazione, sia per espletare gli incarichi affidati dalla clientela al professionista, sia per gestire la propria struttura professionale (studio o società di servizi).

Nell’ambito di questa gestione, la fase della parcellazione in uno studio professionale assume un ruolo chiave nella corretta gestione del proprio studio e nel controllo di gestione, dato che un professionista guadagna grazie alla remunerazione degli incarichi professionali eseguiti.

Un professionista NON può permettersi di fatturare in ritardo le proprie prestazioni o peggio ancora NON può permettersi di “dimenticare” a emettere la “parcella” per una prestazione già eseguita o un dato servizio svolto.

I professionisti sono dei veri specialisti nella gestione delle scadenze dei propri clienti spesso però non tengono conto dell’andamento delle proprie scadenze e non hanno un quadro complessivo delle proprie entrate con ripercussioni negative che si riflettono sotto il profilo economico e finanziario del proprio studio professionale.

Una soluzione a questo problema potrebbe essere quella di emettere le parcelle (o parcelle proforma) per acconto con periodicità mensile o trimestrale per tutti quegli incarichi che hanno una continuità nel tempo (si pensi agli incarichi annuali o triennali).

Anche la conoscenza della composizione del proprio fatturato è senza dubbio un fattore importante per un buon controllo gestionale. Poniamo il caso di uno studio legale: sapere che il fatturato dello studio professionale è rappresentato dal 70% da prestazioni per assistenza legale in diritto societario e solo il 30% del fatturato è rappresentato dall’assistenza civile aiuta a sapere “chi siamo” e “dove” stiamo andando, in altri termini in che direzione sta andando lo studio.

La composizione del fatturato deve partire necessariamente nel momento in cui si emette la parcella al cliente. Una parcella fatta bene è una buon punto di partenza per una corretta analisi e composizione del fatturato; più la parcella è dettagliata e particolareggiata nella descrizione dei servizi e meglio definita risulta poi l’analisi del parcellato ai fini dell’individuazione delle classi e macroclassi di fatturato.

E’ buona norma indicare in parcella descrizioni corrette dei servizi prestati: niente causali generiche ma causali specifiche (codice e causale non dovrebbero mai mancare). Qualche esempio:

Descrizioni di codici e di causali che potrebbero andar bene per uno studio commercialista:

CONT = Contabilità
DiRed = Dichiarazione dei redditi
DRPF = Dichiarazione dei redditi modello Unico Persone Fisiche
CT = Contenzioso Tributario
SND = Attività di sindaco o revisore in società
AMM = Amministratore di società e/o aziende
Liqu = Attività di liquidatore

ovviamente questi sono solo degli esempi tratti dallo schema che uso io.

Per uno studio di ingegneri invece posso valere i seguenti esempi:

DL = Direzione dei lavori progetto ….
PL = Planimetria progetto ….
AC = Assistenza collaudo …..
RelPrel = Relazione preliminare sul progetto n…..
etc…

Nel caso di studi associati, è buona norma indicare in ogni parcella o proforma di parcella, il nome o la sigla del professionista che ha eseguito la prestazione professionale, in modo tale da avere a fine anno anche la composizione del parcellato per addetto (anche le iniziali vanno bene).

Altre riflessioni sulla parcellazione in uno studio professionale possono riguardare le seguenti aree: parcellato per mese, per categoria o per singolo servizio, per addetto, localizzazione dei clienti, parcellato per tipologia di incasso. Ma di queste ed altre interessanti cose parleremo nei prossimi giorni.

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