Dominio Internet

Sempre più spesso oggi le aziende fanno ricorso a internet per promuovere la loro attività o per offrire un servizio in più ai clienti, creando il sito internet aziendale con il proprio dominio.

Ma come si detraggono le spese inerenti il dominio internet?

Faccio allora una piccola premessa. Il dominio è un nome che contraddistingue in maniera univoca un sito internet e può essere acquisito esclusivamente in concessione per l’utilizzazione.

Fatta questa premessa, va da se che le spese sostenute per l’acquisto del dominio vanno considerate come costi pluriennali e come tali trattate. Le spese sostenute invece per l’utilizzo del dominio vanno ammortizzate come concessioni, licenze e simili e quindi imputate alla voce B.I.4 del bilancio.

La Promozione di Prodotti Aziendali

Stamattina un mio cliente mi ha chiesto se i costi di viaggio, alloggio e vitto sostenuti per alcuni suoi potenziali clienti in visita presso la sua azienda, per vedere nuovi prodotti, sono deducibili dal reddito.

Dato che l’argomento è sempre attuale e interessa tante persone, ho approfittato per farne anche un post sul blog, sperando di essere di aiuto.

Ebbene, andando subito al sodo, secondo la normativa oggi in vigore, tali costi sono deducibili dal reddito al 75%, mentre l’IVA è detraibile.

Spese per Viaggi Turistici Deducibili

Ho appena chiuso una telefonata con un mio cliente, il quale mi chiede se, alla luce delle recenti novità sulle spese di rappresentanza, può detrarsi le spese relative ad un viaggio o una crociera che organizzerebbe in una località turistica invitando clienti o potenziali clienti.

A mio avviso, se nel corso di questo viaggio vengono svolte attività promozionali di beni o servizi oggetto della propria attività, allora le spese di rappresentanza potrebbero essere dedotte nei limiti di importo stabiliti dalle nuove disposizioni e cioè 1,3% fino a 10 milioni di ricavi, o 130.000 + lo 0,5% se i ricavi sono compresi tra 10 milioni e 50 milioni, 330.000 + lo 0,1% oltre 50 milioni.

L’Iva invece è indetraibile.

Deducibilita’ delle Spese Telefoniche

Purtroppo ancora oggi un dubbio ricorrente tra i lavoratori autonomi, i commercianti, gli artigiani e in generale tutti coloro che lavorano con partita Iva, è quello di dedurre le spese telefoniche.

Allo stato attuale le spese telefoniche sono tutte deducibili all’80% anche per uso promiscuo e senza distinzione tra utenza fissa e utenza mobile.

Ma cosa si intende per spese telefoniche? Quando parliamo di spese telefoniche intendiamo le quote di ammortamento del costo di acquisto degli apparecchi telefonici, i canoni leasing o di noleggio e le spese di impiego e manutenzione.

Anche per l’acquisto di un modem o di un router Adsl per la connessione ad internet (software incluso), vale la regola che è deducibile solo l’80% del costo poiché si tratta di beni indispensabili per il collegamento alle linee.

La Richiesta del Codice Fiscale da parte dei Residenti all’Estero

Sono considerati non residenti all’estero tutti coloro che non sono iscritti nelle anagrafi comunali dei residenti per la maggior parte del periodo di imposta, vale a dire per almeno 183 giorni nell’arco di un anno, e non hanno nel territorio dello Stato italiano nè il domicilio nè la residenza.

I non residenti che hanno prodotto redditi o possiedono beni in Italia sono tenuti a versare le imposte allo Stato italiano (tranne alcune eccezioni).

Lo Statuto del contribuente (legge n. 212 del 2000) ha previsto che ai contribuenti residenti all’estero devono essere assicurate le più ampie agevolazioni per ottenere il codice fiscale, per presentare le dichiarazioni dei redditi e per pagare le imposte.

Per i residenti all’estero, la richiesta del codice fiscale va fatta rivolgendosi al Consolato o all’Ambasciata italiana all’estero.

Dormire al Lavoro Causa di Licenziamento

Dormire. Una cosa naturale. Così naturale per l’uomo, ma così terribilmente pericolosa, specialmente se, questa cosa ……. avviene durante le ore lavorative e sul posto di lavoro.

Dormire al lavoro è infatti giusta causa di licenziamento. A confermarlo è una Sentenza della Cassazione (per la precisione la sentenza n. 20326/2008) che legittima il licenziamento di un dipendente sorpreso più volte a dormire in macchina durante le ore di lavoro.

Il lavoratore si era predisposto volontariamente al sonno reclinando il sedile dell’automobile in più di una occasione.

Per i giudici della suprema corte, giustificato quindi il licenziamento.

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